In-Certezza della pena: la forza della deterrenza

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In un recente viaggio negli Stati Uniti, più precisamente a New York, ho preso un taxi e mi sono imbattuto in un cartello che recitava, più o meno, la seguente frase: “Attenzione: aggredire un autista è punibile fino a 25 anni di prigione“.

Questa comunicazione, forse per deformazione professionale, mi ha fatto riflettere. L’effetto deterrente non era dovuto soltanto alla piccola telecamera presente a fianco dello specchietto retrovisore, bensì – anzi, soprattutto – all’avviso che poco fa vi ho citato. Così evidente, l’ho notato ancor prima dei sistemi di allarme installati sul veicolo. E’ la prima cosa che si vede salendo sul taxi, l’occhio casca lì ancor prima che sul tassametro.

In Italia, una delle questioni che da qualche anno a questa parte desta più polemiche è la mancata applicazione delle pene di fronte a un reato commesso contro la persona o il patrimonio.

C’è molta più sensibilità per notizie di cronaca su furti e omicidi – causata da una crescente percezione di insicurezza da parte dei cittadini – e la difficoltà nell’avere una certezza della pena commisurata al reato commesso scatena molto spesso la rabbia all’interno della società. Naturalmente, più il fatto è grave, più forti sono le polemiche.

E allora, cosa è possibile fare? Non posso e non voglio parlare di azioni correttive a livello di diritto, ma sicuramente è possibile sfruttare i dispositivi di sicurezza attualmente in commercio e il loro effetto deterrente: la lezione che ci dà questo esempio è evidente.

Se so che c’è qualcuno organizzato per la difesa personale o del suo patrimonio, ci penso due volte prima di commettere un reato.

E, anche se penso di riuscire a portare a termine una rapina o un furto, se comprendo che sarò identificabile dalle immagini di una telecamera, molto probabilmente rinuncerò o cambierò obiettivo.

Spesso, le rapine a singole persone sono frutto di improvvisazione o – meglio – di un brevissimo studio. In pochi minuti o secondi, un malvivente sceglie questo o quell’obiettivo a seconda delle difficoltà percepite nel portare a termine la propria attività:

Deterrenza. Facciamo il possibile per disincentivare il ladro o il rapinatore: comunichiamo che siamo protetti e collegati a una centrale operativa!

Tassisti, tabaccai, negozianti, farmacisti, privati, aziende, uomini, donne: tutte le categorie possono essere interessate dal tema della sicurezza. Se – lentamente – qualche passo in avanti è stato fatto per la cultura della sicurezza nelle aziende e nelle attività commerciali, tanto ancora deve essere fatto per la sicurezza personale e delle abitazioni. Un impianto di allarme o un sistema antirapina fa la maggior parte del lavoro, ma – a monte – è necessario far cambiare idea a un malvivente grazie a un adesivo deterrente come ad esempio questo: “allarme rapina con video collegato a Centrale Operativa”.

Antifurto, impianto di allarme, antirapina, antiaggressione

Oggi, con un investimento mensile commisurato alle proprie possibilità economiche, è possibile disporre di una soluzione di sicurezza personale o per la protezione dei propri beni (una casa, il proprio negozio, la propria azienda). Proteggersi è molto più facile di quanto lo sia mai stato.

Soluzioni per la sicurezza personale

Come ho già avuto modo di spiegare in un precedente articolo, la vera rivoluzione è la possibilità di dotarsi di dispositivi tascabili che possono essere portati ovunque si vada. Non si è più legati a un impianto di allarme statico e localizzato in uno specifico sito, perché

La sicurezza ci segue ovunque andiamo

Grazie alla localizzazione GPS saremo sempre rintracciabili in caso di allarme aggressione oppure, a seconda del tipo di esigenza, potremmo anche avvalerci di un impianto di videosorveglianza molto “agile” che ci aiuterà contro le rapine in negozio.

Inoltre, queste soluzioni di sicurezza personale non sono utili solo sotto l’aspetto della “Security”, ma sono molto sfruttate anche in ambito “Safety”, per la sicurezza del lavoratore: in ossequio al “testo unico  della sicurezza” (D.Lgs. 81/2008), questi dispositivi rientrano infatti tra le misure che il datore di lavoro deve adottare per tutelare la sicurezza dei propri dipendenti, in particolare quelli isolati. Una richiesta di SOS inviata a una centrale operativa che si attiva immediatamente per l’invio dei soccorsi, può salvare delle vite.

Interessato ad approfondire il tema della deterrenza o dei dispositivi di sicurezza personale?

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