Certificazione UNI CEI EN 50518 e scelta della società di vigilanza privata

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Spesso è tutt’altro che facile riuscire a far percepire la differenza tra una società di vigilanza privata strutturata, solida, organizzati ed efficace e un istituto di vigilanza locale, poco organizzato per gestire le criticità di un tentativo di furto.

Non aiuta la natura del servizio di vigilanza privata, qualcosa di immateriale, del quale ci rendiamo conto solo quando le cose non funzionano (ad esempio, quando si subisce un furto).

Accade così che, commettendo un grave errore, ci si basi sulla simpatia di un esperto di sicurezza o del prezzo più basso (quando un fornitore di sicurezza di un’azienda, a livello di budget, rimarrà in ogni caso un fornitore poco impattante).

Esistono però degli indicatori che ci dicono se un’azienda di sicurezza può essere più performante di un’altra: ne è un esempio la certificazione UNI CEI EN 50518.

Certificazione UNI CEI EN 50518 in dettaglio

L’attestazione UNI CEI EN 50518, che sostituisce il precedente quadro normativo UNI 11068:2005, regolamenta gli aspetti strutturali, prestazionali e organizzativi di una Centrale Operativa (più precisamente, come indicato nella certificazione, di un “centro di monitoraggio e ricezione allarmi”).

Specifica i requisiti minimi per il monitoraggio, la ricezione e l’analisi dei segnali generati da sistemi di allarme, sia relativi ad eventi di security (minacce derivanti da azioni dolose, organizzate allo scopo di provocare danni) che safety (eventi accidentali che potrebbero causare ferite a persone o danni a cose).

A titolo esemplificativo: un meccanismo di qualità che prevede la risposta media agli allarmi entro un determinato tempo (es. 30 o 60 secondi).

UNI CEI EN 50518: solo una questione di performance?

Assolutamente no: certamente i tempi di risposta a un allarme sono un’importante voce (probabilmente la più importante), ma sono essenziali anche le procedure e l’organizzazione degli operatori (es. dei turni), ecc…

E questa certificazione si estende non solo agli allarmi, ma anche alle segnalazioni di guasto di un sistema di sicurezza (come potrei essere performante se non mi accorgo di un problema all’impianto fino a che non si verifica un furto?).

E ancora: i requisiti di progettazione per renderla – di fatto – inattaccabile ad attacchi hacker o fisici, blackout. Oppure i requisiti per organizzare la presenza in sicurezza degli operatori anche in caso di emergenza sanitaria (focolai Covid-19).

E infine…quali sono le caratteristiche richieste per la registrazione e conservazione dei dati?

Ricezione allarmi: a quali sistemi di sicurezza fa riferimento la normativa?

L’elenco è ampio: sistemi di allarme intrusione e rapina, sistemi di videosorveglianza, sistemi di rilevazione e allarme incendi, sistemi di controllo accessi, sistemi integrati.

Due categorie per la UNI CEI EN 50518

La normativa regolamenta due categorie principali: la Categoria I si concentra sulle centrali di monitoraggio anticrimine, mentre la Categoria II include le centrali che trattano i segnali da applicazioni non di sicurezza.

Come verificare se un istituto di vigilanza è certificato?

Non fidatevi di chi vi conferma a voce una certificazione: pretendetene una copia, verificatene la presenza sul sito web dell’azienda di sicurezza, dal momento che non vi è motivo per non pubblicizzarla, se si è in possesso della UNI CEI EN 50518.

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