Router D-Link 850L: le 10 vulnerabilità Zero-Day scoperte dai ricercatori

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Tutte le aziende produttrici di hardware e software sviluppano i loro prodotti e applicativi con l’obiettivo di renderli il più difficilmente attaccabili da hacker e da qualsiasi malware. Non sempre però un prodotto nasce perfettamente sicuro, capita anche ai colossi del settore: è il caso del Router D-Link 850L che, secondo quanto riportato dall’autorevole Hacker News, presenta ben 10 vulnerabilità di tipo Zero-Day che espongono gli utilizzatori ad attacchi cyber.

Cos’è una vulnerabilità Zero-Day? Un piccolo ripasso…

Noi Sicurezza ne aveva già parlato precedentemente, nel glossario dalla A alla Z della Sicurezza Informatica. Una vulnerabilità Zero-Day è l’esposizione di un determinato software o dispositivo (un pc, uno smartphone, …) a essere colpito da un attacco di tipo Zero-Day: un attacco “nuovo di zecca”, non ancora noto agli sviluppatori di soluzioni di sicurezza informatica.

Router D-Link 850L: l’elenco delle 10 vulnerabilità

  1. Mancanza di una protezione firmware – Mancando un sistema di protezione del firmware, un hacker potrebbe caricarne uno nuovo, naturalmente malevolo. NB: il Router D-Link 850L revA non dispone di alcuna sicurezza, mentre la revB è protetta da una password hardcoded.
  2. Problematiche di tipo XSS (cross-site scripting) – Sia la Lan che la Wan del modello sono esposte a vulnerabilità XSS (cross-site scripting), permettendo agli attaccanti di individuare e colpire gli utenti non autenticati, con l’obiettivo di carpire i cookie di autenticazione (quelli ad esempio memorizzati per il login).
  3. Possibilità di recupero credenziali da amministratore – Sia la revA che la revB sono vulnerabili a un attacco indirizzato a recuperare le password da amministratore in modo da avere pieno controllo del router.
  4. Protocollo cloud poco sicuro – MyDLink funziona via TCP e non c’è nessuna crittografia per proteggere lo scambio di dati tra router e account cloud MyDlink.
  5. Accessi backdoor – Gli attaccanti sfruttano l’accesso backdoor via Alphanetworks utilizzato dal D-Link 850L per ottenere una root shell sul router.
  6. Enrcryption keys nel firmware – Le chiavi crittografate sono presenti nel firmware del router, dando così la possibilità di estrarle per effettuare i cosiddetti attacchi MitM “man-in-the-middle” (quegli attacchi in cui un attaccante ritrasmette o manomette la comunicazione tra due parti che invece credono di comunicare direttamente tra loro).
  7. Nessuna verifica di autenticazione – Senza un check di autenticazione un criminale informatico può alterare le impostazioni dei DNS attraverso HTTP non autenticati, che portano traffico a server “malevoli” e hanno l’obiettivo di prendere il controllo del router. Questo difetto sembra essere presente nella sola revA.
  8. Credenziali storate senza nascondere il testo – I file locali – sia nella versione revA che nella revB del router D-Link 850L – sono esposti e non protetti, tra l’altro le credenziali di fabbrica sono in chiaro.
  9. Pre-autenticazione Remote Code Execution – Il DHCP del router (nella versione revB) è vulnerabile a dei code injection che permettono a un hacker di prendere il controllo del router effettuando un accesso root.
  10. Bug “Denial of Service (DoS)” – Questo bug permette a un attaccante di scardinare e “distruggere” i daemon (programmi eseguiti in background che servono al funzionamento del router).

Nessuno può garantire protezione totale da Zero-Day

L’analisi di questo prodotto è solo un esempio, applicabile a moltissimi altri prodotti: in realtà è impossibile garantire protezione da qualsiasi attacco zero-day perché – per l’appunto – nessun sviluppatore di prodotti anti-malware / antivirus può assicurare di essere sempre in grado di fermare un attacco informatico del quale non si è ancora a conoscenza.

La Sicurezza Informatica Gestita contro gli attacchi Zero-Day

In questo senso, per le aziende (target preferito degli hacker), è importante la soluzione di Sicurezza Informatica Gestita, perché oltre alla protezione contro i più recenti malware, c’è l’operatività di una centrale operativa informatica pronta a gestire 24 ore su 24 qualsiasi allarme informatico.

Un ulteriore vantaggio della Sicurezza Informatica Gestita è quello di avere la responsabilità di assicurare sistemi e software di sicurezza informatica sempre aggiornati. Fondamentale, vista la velocità con la quale evolve il mondo dei malware.

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