Furto dati a Unicredit: cosa devono fare (e cosa no) i clienti

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Questa volta siamo di fronte a una notizia bomba, sia per l’interesse nazionale (visto che si tratta di una banca nota a livello globale oltre che italiano) che per le dimensioni (oltre 3 milioni di clienti vittime del data breach). Il furto dati a Unicredit ha fatto il giro del mondo, tant’è che anche l’autorevole The Hacker News ha dedicato un articolo a questo fatto.

Ma quali dati sono stati sottratti? E soprattutto cosa fare (e cosa evitare)? In questo articolo cercheremo di dare risposte e di fornire informazioni utili ai clienti Unicredit.

Il fatto: un furto dati a 3 milioni di clienti italiani

Purtroppo, al momento non è possibile fare un’analisi approfondita del data breach: non si conosce molto delle modalità del furto (la banca non ha fornito dettagli), ciò che sappiamo è che si tratta di un database del 2015 contenente dati personali di ben 3 milioni di utenti.

Sebbene Unicredit sia una banca globale, il furto interessa solo clienti italiani.

Quali dati personali sono stati sottratti?

  • nominativi dei clienti;
  • numeri di telefono;
  • indirizzi e-mail;
  • città.

Cosa NON è stato rubato? Fortunatamente non sono stati rubati né codici di accesso né dettagli del conto corrente, che sono immagazzinati in un altro ambiente più sicuro di quello oggetto dell’attacco.

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Terzo attacco in quattro anni

Non è la prima volta che Unicredit viene presa di mira e subisce un attacco di questo tipo. Era già successo nell’ottobre del 2016 e giugno 2017, coinvolgendo 400.000 clienti.

Cosa rischiano le vittime del data breach?

I dati sono stati trovati nel dark web, quel mondo sommerso di internet dove si possono acquistare informazioni illegalmente.

Il pericolo principale è essere vittime di un nuovo attacco informatico, questa volta via e-mail. Ci riferiamo al phishing: avendo a disposizione una consistente mole di informazioni, le mail truffa possono essere ancor più credibili e ancor meno distinguibili da una mail proveniente da Unicredit. Se infatti viene inviata una mail contenente informazioni quali nominativo, numero di telefono e mail, un utente poco accorto potrebbe essere portato a fornire informazioni sensibili a qualcuno che millanta di essere la banca.

Non rischiano invece la sottrazione di somme di denaro dal proprio conto, a meno di cadere nella trappola del phishing.

Cosa ha fatto Unicredit per rimediare

La prima cosa è stata notificare alle autorità il data breach non appena venuti a conoscenza del fatto (si ricorda che la normativa europea sulla privacy GDPR impone una denuncia entro le 72 ore dalla scoperta).

In seconda istanza Unicredit ha cominciato a contattare i clienti informandoli dell’attacco, dei rimedi intrapresi e fornendo consigli per aumentare la sicurezza del proprio conto personale.

Infine, ha comunicato che sono stati rafforzati i controlli di sicurezza, anche a seguito di investimenti in sicurezza informatica (va detto però che questi investimenti sarebbero stati comunque previsti, anche senza il data breach).

Cosa deve fare un cliente Unicredit?

Niente panico, non è necessario cambiare banca, anche perché tutte le banche possono essere oggetto di attacchi informatici su larga scala.

Quello che va fatto è evitare scelte imprudenti e comunicazioni di dati a cuor leggero.

Soprattutto, dubitare di mail che richiedono di cliccare su link in cui inserire dati personali e di accesso. Ora gli hacker hanno a disposizione dati per scrivere ai clienti simulando di essere Unicredit. Mai e poi mai nessuna banca vi chiederà di cliccare su un link di questo tipo.

La migliore difesa rimane quella umana, effettuando scelte prudenti e solo tramite il sito ufficiale di Unicredit o l’app, oppure controllando periodicamente i movimenti di conto e carte di credito.

In questo senso vengono in aiuto i sistemi di autenticazione e autorizzazione di pagamenti a due fattori (es. autorizzazione tramite app), grazie ai quali è davvero difficile per un criminale informatico dirottare somme su altri conti correnti.

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